Un altro esempio di espansione in cui i singoli oggetti si allontanano gli uni dagli altri è quello di puntini disegnati su un palloncino che si gonfia. Ogni punto si allontana dagli altri perché il tessuto su cui sono disegnati si allarga. E qui dobbiamo fare un salto di fantasia. I puntini disegnati sono oggetti a due dimensioni, lunghi e larghi ma non alti. Se noi fossimo piatti come un foglio, il nostro universo sarebbe a 2 dimensioni: lunghezza e larghezza. Per far gonfiare un palloncino io ho bisogno anche di una terza dimensione, quella in cui il palloncino si curva. Perciò se noi vediamo il mondo a 3 dimensioni (lunghezza, larghezza e altezza, dette in geometria x,y,z), la curvatura del nostro “palloncino che si gonfia dobbiamo immaginarla in una quarta dimensione. Eh già, ma com’è fatta una quarta dimensione, che non si può vedere né esplorare? Possiamo solo immaginarla o descriverla matematicamente. La sua esistenza è dedotta dalle nostre osservazioni del cosmo.
Benissimo, ora immaginiamo di essere piatti e di trovarsi su una sfera in espansione. Possiamo muoversi sulla sfera lungo la sua superficie e non trovare mai la “fine” del nostro universo piatto. Il palloncino non è infinitamente grande, tuttavia non ha un confine, un bordo fisico. Così possiamo comprendere che può esistere un cosmo finito (non infinito intendo) ma illimitato, in cui si può tornare al punto di partenza dopo un percorso lungo. Moooolto lungo nel caso del nostro Universo, sempre in teoria. Vedremo che il “confine” non fisico della nostra esplorazione, detto “orizzonte” finisce prima. Ma questa è un’altra scheggia di cosmologia.
Concetto: Non è necessario che l’universo sia infinito, per non avere confini.
